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Italia: IVA ridotta al 5% sulle opere d’arte dal luglio 2025 – Una svolta per il mercato dell’arte europeo

Dal 1° luglio 2025, l’Italia applicherà un’aliquota unica di IVA ridotta al 5% per le cessioni e le importazioni di opere d’arte, oggetti da collezione e antiquariato. Questa riforma, resa possibile dalla direttiva UE 2022/542, posiziona l’Italia come il mercato più attrattivo d’Europa per gli operatori del settore artistico: gallerie, mercanti, collezionisti e artisti.

A partire dal 1° luglio 2025, l’Italia compie una svolta decisiva sulla scena europea dell’arte, riducendo drasticamente l’aliquota IVA applicabile alle cessioni e importazioni di opere d’arte, oggetti da collezione e antiquariato, dal 22% al 5%. Questa misura, adottata dal Consiglio dei ministri il 20 giugno 2025, nell’ambito dell’articolo 9 del Decreto-legge n. 95/2025 (cosiddetto «Omnibus»), rappresenta una riforma fiscale di portata storica, volta a rilanciare il mercato interno e a rafforzare il ruolo dell’Italia come attore culturale ed economico di primo piano a livello europeo e mondiale.


Una riforma resa possibile dal diritto europeo

Questa iniziativa è stata giuridicamente possibile grazie alla direttiva (UE) 2022/542 del 5 aprile 2022, che ha modificato la direttiva 2006/112/CE in materia di IVA, consentendo agli Stati membri di introdurre nuove aliquote ridotte per categorie specifiche di beni e servizi. Tuttavia, la normativa europea impone alcuni limiti: ogni Stato membro può applicare tali aliquote ridotte a un massimo di 24 categorie tra le 29 previste dall’allegato III della direttiva.

In questo contesto, l’IVA al 5% sulle opere d’arte è stata introdotta perseguendo obiettivi di interesse generale, in coerenza con la finalità culturale e sociale della misura. Le opere d’arte, gli oggetti da collezione e d’antiquariato sono stati espressamente aggiunti all’elenco delle categorie di beni ammissibili a tali riduzioni, rafforzando la legittimità e la coerenza del provvedimento adottato dall’Italia.


I dettagli tecnici: cosa cambia concretamente con la riforma?

L’articolo 9 del D.L. n. 95/2025 riforma integralmente il regime IVA applicabile al settore artistico attraverso tre interventi normativi perfettamente coordinati:

  • Abrogazione del regime precedente: sono soppressi sia il n. 127-septiesdecies) della Tabella A, parte III, allegata al DPR n. 633/1972, sia l’articolo 39 del D.L. n. 41/1995. Queste disposizioni prevedevano un’aliquota ridotta del 10%, ma solo per le importazioni o cessioni effettuate direttamente dagli autori o dai loro eredi/legatari.
  • Introduzione di un’aliquota unica del 5%: il nuovo n. 1-nonies) della Tabella A, parte II-bis, del DPR n. 633/1972 estende l’aliquota ridotta a tutte le cessioni di opere d’arte, oggetti d’antiquariato e da collezione, indipendentemente dall’identità del cedente.
  • Estensione alle acquisizioni intra-UE: in applicazione dell’articolo 43, comma 5 del D.L. n. 331/1993, anche le acquisizioni intracomunitarie di questi beni beneficiano dell’aliquota ridotta al 5%.

Quali beni rientrano nel nuovo regime ridotto?

L’applicazione dell’aliquota del 5% riguarda tutti i beni elencati alle lettere a), b) e c) della tabella allegata al D.L. n. 41/1995:

  • Lettera a) – Oggetti d’arte: si tratta in particolare di quadri, collage, disegni e pitture originali realizzati interamente a mano dall’artista (con esclusione di piani di architetti, ingegneri, disegni industriali, topografici, ecc.), incisioni, stampe e litografie originali eseguite a mano, sculture e opere statuarie originali realizzate dall’artista, fusioni limitate a otto esemplari, arazzi e tappeti murali fatti a mano (limitati a otto esemplari), ceramiche uniche firmate dall’artista, smalti su rame (firmati e numerati, massimo otto esemplari) e fotografie originali realizzate e stampate sotto il controllo dell’artista (firmate e numerate, massimo trenta esemplari).
  • Lettera b) – Oggetti da collezione: includono francobolli, marche postali, buste del primo giorno di emissione, nonché collezioni di interesse zoologico, botanico, archeologico, storico, paleontologico, etnografico o numismatico.
  • Lettera c) – Oggetti d’antiquariato: tutti i beni diversi da quelli sopra indicati, purché abbiano più di cento anni di età.

Chi beneficia della riduzione al 5%?

L’intera filiera artistica beneficia direttamente di questa riduzione dell’aliquota IVA: l’aliquota ridotta si applica alle cessioni effettuate da soggetti passivi IVA – in particolare gallerie, case d’asta e mercanti d’arte – ma anche alle vendite realizzate dagli artisti stessi o dai loro eredi, nonché alle importazioni di beni artistici dall’estero.

Grazie a prezzi di vendita più competitivi, questa misura dovrebbe favorire un aumento sensibile delle transazioni artistiche, sia sul mercato interno che internazionale. Infatti, l’Italia diventa più attrattiva rispetto ai Paesi vicini: la Francia ha fissato la sua aliquota ridotta al 5,5% alla fine del 2023 e la Germania al 7%, in vigore dal 1° gennaio 2025. Con la sua aliquota al 5%, l’Italia diventa ora il Paese più competitivo d’Europa nel settore.


Le proiezioni economiche: un volano di crescita

Secondo uno studio condotto dal centro Nomisma («In Italia il mercato dell’arte è in difficoltà e risente anche dell’aliquota IVA più alta in Europa», 27 marzo 2025), la riforma avrà effetti economici considerevoli:

  • Le piccole gallerie potrebbero vedere il loro fatturato crescere fino al 50%;
  • Il settore nel suo complesso registrerebbe un aumento del 28% dell’attività, pari a 1,5 miliardi di euro in un solo trimestre;
  • L’impatto complessivo sull’economia italiana è stimato in circa 4 miliardi di euro.

Questa misura ha quindi una duplice dimensione: culturale, poiché favorisce la circolazione e l’accessibilità dell’arte, ed economica, poiché stimola l’occupazione, la produzione e la competitività di un settore intimamente legato all’immagine internazionale dell’Italia.


Una misura fiscale a vocazione sistemica

La riforma dell’IVA introdotta dal Decreto-legge n. 95/2025 non rappresenta soltanto un adeguamento tecnico al diritto europeo: si inserisce in una strategia ambiziosa di valorizzazione dell’identità culturale ed economica italiana. Riconosce il valore dell’arte non come un lusso riservato a un’élite, ma come bene di interesse generale, motore di crescita e strumento di proiezione internazionale.

Dal 1° luglio 2025, l’Italia si posiziona come un nuovo polo di attrazione per gli operatori del mercato artistico, rafforzando la competitività delle sue gallerie, sostenendo i suoi artisti e offrendo nuove opportunità ai collezionisti. Una misura fiscale, certo, ma dotata di una visione strategica e di una vocazione culturale sistemica.


S. ASSOGNA – sandro.assogna@avocat.fr

Nella foto: vaso cinese della dinastia Qing, aggiudicato a 7,5 milioni di euro durante un’asta Pandolfini a Firenze. Un doppio record: l’opera più costosa mai venduta all’asta in Italia e la vendita più redditizia mai registrata nel Paese.